UNA PROVOCAZIONE: Coppie omosessuali e se andassimo nella direzione di un rapporto “a tre”?
- Nives Gargagliano
- 1 mar 2016
- Tempo di lettura: 2 min

A pochi giorni dall’epilogo con cui è stata approvata la legge sulle Unioni Civili, risultato a mio modo di vedere, corretto, anche se giunto a seguito di un metodica a dir poco imbarazzante, ora si aprono nuove riflessioni.
Subito si inizia a dire che occorre mettere mano alla legge sulle adozioni. Sicuramente la legge sulle adozioni è un capitolo importante che va necessariamente rivisto, in modo da colmarne la farraginosità e permettere ai bambini di venire adottati o quantomeno dati in affidamento in tempi rapidi e non quando la loro infanzia sia ormai giunta al termine.
Sta di fatto che credo le Associazioni Lgbt non siano particolarmente interessate all’adozione di bambini già nati, ossia figli di genitori terzi. Penso che la le loro istanze rimarranno focalizzate sul fatto che venga riconosciuto agli omosessuali di essere essi stessi dei generatori e di poter dare legittimazione ai loro figli.
Posto che non si può impedire a nessuno di diventare genitore, trovo sia disumano non dare dignità a delle creature esistenti, credo anche però che l’impianto della Step Child Adoption non offriva le necessarie tutele al nascituro, aprendo la strada al fatto che al bambino venisse preclusa la possibilità di conoscere, essere allattato e avere un rapporto affettivo col suo genitore naturale.
Credo anche che sia un diritto inviolabile di ogni neonato poter conoscere il proprio genitore naturale, colui che lo ha partorito, colui che ha il diritto di poterlo allattare e anche amare, colui che gli ha trasmesso il suo patrimonio genetico e quello degli antenati. Perché la genetica non è un’opinione, ma una scienza.
Detto ciò, rimane da capire come si potrebbero tutelare i diritti di tutti, senza sacrificarne alcuno.
Una possibile soluzione, presumibilmente per molti discutibile, potrebbe essere quella di permettere l’adozione del figliastro, ma di rendere obbligatorio non solo il consenso del genitore biologico, ma anche di inserire da contratto dei diritti e dei doveri nei confronti del bambino, sia da parte di entrambi i genitori naturali che scelgono, firmando un contratto vero e proprio, di legarsi indissolubilmente ad una famiglia omosessuale, sia da parte dell’adottante in relazione al genitore naturale con cui è tenuto ad instaurare un rapporto di reciproca collaborazione e frequantazione nell’interesse del minore, almeno fino alla sua maggiore età. Così facendo si conformerebbe un rapporto “a tre”. Si tratta ovviamente di un terreno molto paludoso, ma su cui non è da escludere possa aprirsi una riflessione, quando i tempi saranno maturi. Così facendo si chiuderebbe la strada all'utilizzo della disgustosa pratica dell'eutero in affitto ed anche alla possibilità per le lesbiche di concepire un figlio senza palesarne il padre, se vogliono farlo adottare dalla compagna.
Concludo dicendo che la procedura corretta per arrivare all’approvazione di questa legge, sarebbe dovuta essere quella di indire un Referendum, di modo da tastare il polso del Paese e sulla base dei risultati pervenuti, aprire un dibattito realistico in Parlamento. Non basta infatti lasciare libertà di coscienza ai parlamentari. Su temi di questa portata occorre fare la sommatoria delle libertà di coscienza di tutta la popolazione e trarne le dovute considerazioni.
Non si può infatti utilizzare la funzione legislativa per forzare la mano ed imporre un modello culturale a cui nei fatti non sappiamo quantitativamente quale percentuale del Paese possa o voglia conformarsi.





















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